Le maschere "Collagene" di MHOX a Singapore

31 mar 2016
Le maschere “Collagene”,  disegnate dai bolognesi Filippo Nassetti e Alessandro Zomparelli di MHOX (vincitori della seconda edizione di Incredibol!), sono state presentate negli spazi dell’Innovation of Interior, lo showcase futuribile curato dall'esperto di materiali Sascha Peters e dedicato alle potenzialità della stampa 3D, alla terza edizione di furniPRO Asia, la biennale dedicata all’arredamento e al design che si è appena conclusa all’Expo Convention Centre di Singapore. I numerosi visitatori, tra cui Ministro per l’Industria e il Commercio di Singapore Lim Hng Kian, hanno apprezzato le maschere per il loro design e per il loro innovativo processo di produzione.   Tutto ha, infatti, inizio da una scansione di volti attraverso l’uso del sensore kinect, che consente di acquisire nell’ambiente di programmazione digitale i dati topografici e cromatici dei modelli, la maschera viene creata disegnando tracce sui volti digitali dei modelli, a partire dalle quali viene generato l’insieme di curve che forma il sistema fibroso. Il modello prende dunque forma in ambiente digitale grazie ad una applicazione software scritta dai designer di MHOX per poi essere realizzate in WINDFORM (LX 2.0 e GT) attraverso la tecnologia additiva di stampa 3D dall’azienda modenese CRP Technology (che possiede il brevetto dei materiali). Le maschere rappresentano un esempio di design generativo con il quale è possibile realizzare, attraverso la scansione di arti del corpo, dispositivi estetici indossabili e personalizzati.  dal momento che le maschere sono realizzate a seconda delle necessità anatomiche della persona, i benefici di vestibilità e performance che si possono ottenere tramite la fabbricazione additiva unita ai materiali Windform, sono cruciali per raggiungere un risultato eccellente. L’idea di MHOX (che studiano e sviluppano applicazioni per oggetti generativi, strategie per il design e la produzione di oggetti adattativi e personalizzabili da diversi anni) è partita dal progetto di creazione di una famiglia di maschere in grado di offrire l’opportunità di approfondire la relazione tra corpo e indumento, immaginando la maschera come il prodotto della crescita di un organismo virtuale sul volto umano.   "Avevamo la necessità – raccontano i fondatori di MHOX, Filippo Nassetti e Alessandro Zomparelli - di trovare una tecnologia e un materiale in grado di trasformare il nostro progetto in realtà. Dopo aver investigato diversi processi produttivi, siamo giunti alla conclusione che la fabbricazione additiva, chiamata più comunemente 3D Printing, fosse la soluzione giusta. Il fattore di successo della realizzazione delle maschere era tuttavia strettamente legato alla scelta del materiale. Dovevamo trovare un materiale esteticamente molto bello e accattivante, in grado di mantenere le caratteristiche cromatiche nel tempo, senza accusare perdite di tonalità e al tempo stesso dotato di caratteristiche meccaniche importanti, tali da permetterci di realizzare figure geometriche molto complesse senza rischiare la rottura o la deformazione". "Con questa idea progettuale – continuano Filippo Nassetti e Alessandro Zomparelli - abbiamo voluto esplorare il territorio di confine tra fisico e virtuale, connettendo le astrazioni del codice informatico con l’intima, viscerale dimensione del senso di alterazione corporea portata dal tema della maschera. Grazie al supporto di CRP, abbiamo potuto tramutare in realtà le tre maschere, scegliendo il materiale Windform LX 2.0: materiale poliammidico caricato con fibra di vetro dal colore nero, utilizzato per applicazioni di vario genere dal settore del motorsport al settore aerospaziale". [gallery columns="2" ids="3820,3821,3822,3823"]