Spillover creativi: la creatività delle ICC contagia i settori tradizionali

4 set 2015

Il concetto di spillover creativo si iscrive all'interno del macroconcetto degli effetti spillover, ossia ricadute economiche o effetti positivi che uno specifico settore è capace di generare in un altro settore. Nel linguaggio economico, si indica con il termine spillover un “fenomeno per cui un’attività economica volta a beneficiare un determinato settore produce effetti positivi anche oltre tale ambito”, principalmente di tipo economico. Il termine è sinonimo di esternalità positiva “derivante dai comportamenti dei singoli o delle imprese. In particolare, si è in presenza di esternalità quando un individuo o un’impresa mettono in essere un’azione che ha effetti su un altro operatore” (Enciclopedia Treccani).

Per le Industrie Culturali e Creative (ICC) il tema dell'effetto spillover è particolarmente rilevante. Le imprese e le professioni culturali e creative sono, per loro natura, interdisciplinari e combinano cultura, creatività ed economia. L'iniezione di creatività in un sistema economico permette la diffusione di innovazione e competenze e aumenta le potenzialità di sviluppo; allo stesso tempo, i settori economici tradizionali possono fornire alle imprese culturali e creative quegli strumenti di management e gestione aziendale necessari al loro completo sviluppo. La creatività culturale e l'innovazione che le industrie culturali e creative sono in grado di generare sono legate alla capacità di professionisti creativi (artisti, architetti, designer, registi, dirigenti pubblicitari, musicisti, etc.) – attori principali di settori trainati dall'inventiva personale – di sfidare le convenzioni stabilite e le visioni tradizionali. Inoltre, queste figure sono abituate a lavorare in ambienti aperti, collaborativi e flessibili, e sono abituate a correre rischi e improvvisare, tutte caratteristiche molto richieste nel contesto economico attuale. Gli spillover creativi possono essere considerati la nuova frontiera per la diffusione della creatività. Anche se le relative ricadute economiche, dirette o indirette, sono difficili da misurare con metodi convenzionali, concentrarsi sugli effetti spillover della creatività sull'istruzione, l'economia e la società, può essere un modo per dimostrarne il ruolo fondamentale in società ed ecosistemi urbani moderni. In questo modo, oltre che a provarne le ricadute economiche, è possibile concentrare la ricerca su nuovi metodi di sviluppo ed incentivazione degli effetti spillover.

Al fine di investigare gli spillover creativi, il Comune di Bologna, tramite lo staff di Incredibol!, ha deciso di prendere parte a Creative SpIN – Creative Spillovers for Innovation, un progetto del programma europeo URBACT della durata di tre anni (2013-2015), promosso per creare strumenti e metodi che stimolino l'innovazione e la creatività in imprese e in altre organizzazioni pubbliche e private. Il suo principale obiettivo è stato proprio quello di favorire l'interazione tra le ICC e altri settori economici e sociali in modo da stimolare effetti spillover. Creative SpIN è stato coordinato da Philippe Kern, fondatore e direttore di KEA – European Affairs (Brussels), il principale ente europeo di ricerca e consulenza strategica in materia di industrie culturali e creative. Il Comune di Bologna ha avuto così l'occasione di collaborare con un'ampia rete di partner europei: la città di Birmingham (Regno Unito), capofila del progetto, e le città di Mons (Francia), Rotterdam (Olanda), Siviglia (Spagna), Kortrijk (Belgio), Essen (Germania), Kosice (Slovacchia), Tallin (Estonia) e Obidos (Portogallo).

https://www.youtube.com/watch?v=rWVdM1o_z6U

All'evento di chiusura di Creative SpIN, tenutosi il 22 e 23 Aprile 2015 a Birmingham (Regno Unito), ha partecipato anche il duo artistico bolognese Antonello Ghezzi, vincitore del bando Incredibol! 2014 che ha anche ottenuto la menzione speciale "Creative SpIN Award" per il progetto AntonelloGhezzi+. Il duo artistico è stata premiato ed ha avuto l'occasione di volare a Birmingham proprio perché esempio di successo di collaborazione tra un'impresa creativa e settori tradizionali dell'economia. Il loro progetto, infatti, è incentrato sulla collaborazione tra attori di ambiti diversi – artisti, imprenditori, ricercatori – per permettere all’arte di entrare in quegli ambiti dove non è solita arrivare e allo stesso tempo spingere quegli ambienti verso l’innovazione attraverso la creatività. Come spiegato dagli stessi artisti in un'intervista rilasciata a Valentina Montalto (KEA Affairs), uno degli esempi più significativi del loro lavoro è "Mind the Door!", un'opera che consiste in una porta automatica che si apre solo se chi vuole attraversarla sorride, nata grazie alla collaborazione tra il duo artistico, un'azienda di automazione e l'Università di Bologna.

Cuore di pietraAltro esempio di spillover creativo è il progetto "Cuore di Pietra" a cura di Mili Romano, volto a coinvolgere l'arte nella rigenerazione urbana del centro di Pianoro Nuovo. Il progetto non mira semplicemente ad apportare miglioramenti estetici tramite opere d'arte, ma al contrario si propone di applicare un approccio artistico alla riqualificazione della città, dal punto di vista materiale e architettonico e dal punto di vista immateriale della comunità dei suoi abitanti. Infatti il progetto nasce nel 2004 raccogliendo testimonianze e ricordi dei luoghi da riqualificare in modo che il passato potesse lasciare una traccia nella nuova realtà grazie a una narrazione artistica. Il progetto, che coinvolge numerosi artisti, mira a raccontare il "cuore di pietra" degli edifici di Pianoro, costituito dalle esperienze vissute da varie generazioni tra la pareti di vecchi edifici ed ha così coinvolto l'intera comunità, abitanti, anziani e scuole di Pianoro, nella riscoperta e ricostruzione dell'identità della città attraverso l'arte e l'architettura.

Lo spillover creativo, non riguarda solamente il settore artistico, ma è potenzialmente legato a tutte le imprese culturali e creative, come ad esempio il design industriale. In tale settore, un interessante esperimento è stato condotto all'interno della Yamaha. Il laboratorio di design della Yamaha Corporation, che si occupa di strumenti musicali, e la Yamaha Motor Co. Ltd., che si occupa di veicoli, hanno collaborato al progetto "AH A MAY" scambiandosi le proprie competenze relative ad ambiti di design molto diversi. Da tale collaborazione, nutrita da contaminazioni creative tra i due settori di design, sono nati dei prodotti straordinari: due veicoli, una bicicletta e una motocicletta, progettati da designer di strumenti musicali, e due strumenti musicali progettati da designer di veicoli. Tali risultati sono stati esposti alla nona edizione della Biennale Internationale Design Saint-Etienne, tenutasi dal 12 al 22 Marzo 2015.

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Per maggiori informazioni:

urbact.eu/creative-spin

www.lospaziodellapolitica.com/2015/06/tra-arte-e-impresa-il-collettivo-antonello-ghezzi

www.cuoredipietra.it

global.yamaha-motor.com/yamahastyle/design/topics_events/ahamay/detail