D’io, Teatro e famiglia

@ Teatri di Vita
dal 10 gen al 24 mar 2024

stagione gennaio - marzo

C’è uno slogan tanto amato dai populisti di ogni angolo del pianeta, quelli che schermandosi dietro un Dio, che guarda caso è sempre dalla loro parte, ergono steccati in difesa di una malintesa ‘patria’ e di una strumentale ‘famiglia’, dimenticando che la patria è anche matria e che è fluida dentro e fuori i suoi confini, così come fluida è la famiglia, le sue relazioni, le sue potenzialità, nel bene grandioso di rapporti duraturi e nel male doloroso di quei rapporti così complessi.

E allora, Teatri di Vita lancia un altro slogan: D’io, Teatro e famiglia. Per riportare al centro la responsabilità dell’individuo, per riconoscere nel teatro il suo valore di specchio – deformato ma illuminante – della realtà. E per raccontare di famiglia e di famiglie, in una stagione in cui pressoché tutti gli spettacoli ci raccontano di relazioni familiari complesse che aiutano a comprendere le nostre famiglie e quindi le nostre società. Ecco, allora, un viaggio nei rapporti familiari, quelli conflittuali de Le amarezze o quelli tossici de La fabbrica degli stronzi, con figure paterne come in A number o materne come in Tre voci, o filiali come in La costanza della mia vita o in Arturo, tutti a cercare di comprendere le relazioni o forse costruirle o forse evitarle. Dove anche il ritratto di una solitudine come quella di Luisa o quella raccontata da Tondelli attraverso il film La solitudine è questa si trasforma in una diversa possibilità di relazione, di ‘famiglia’; dove anche la ‘sardità’ è sinonimo di famiglia in anonimasequestri, e dove anche i Minuscoli granelli nel barattolo del cosmo ci ricordano la grande famiglia in cui vive l’intera umanità. E allora, “D’io, teatro e famiglia”: uno slogan da esorcizzare nel Grande ballo in maschera che congederà il carnevale col sorriso in una festa di partecipazione a cui è invitata tutta la famiglia di spettatori e spettatrici di Teatri di Vita.

Inizieremo con la grande famiglia de Le amarezze di Koltès nello spettacolo corale di Andrea Adriatico. Poi, nella stagione incontreremo padri e figli (A number di Caryl Churchill, Teatro Libero di Palermo), figli in cerca di padri (Arturo di Nardinocchi-Matcovich) o in cerca di risposte (La costanza della mia vita di Pietro Giannini), madri in cerca o in fuga da figli (Tre voci di Tilia Auser), o madri attorniate da figli (La fabbrica degli stronzi di Kronoteatro e Maniaci d'Amore). Cercando anche altre declinazioni di famiglie, in ritratti solitari (Luisa di Valentina Dal Mas), tra gli stereotipi della Sardegna (anonimasequestri di Leonardo Tomasi) o la vertigine della storia universale (Minuscoli granelli nel barattolo del cosmo di Genchi-Capriuoli), o nelle parole di Pier Vittorio Tondelli nel film La solitudine è questa di Andrea Adriatico. Fino al Grande Ballo in Maschera di Martedì Grasso, in cui tutti parteciperanno all'insegna dello slogan "D'io, Patria e Famiglia"...

L'abbonamento è a soli 60 euro, mentre il prezzo dei biglietti è bloccato anche questa stagione: 15 euro (13 ridotto; 9 giovani under30).